venerdì 19 dicembre 2008


Atene è nel caos. Da quanto riportano i quotidiani, ormai in Grecia da qualche giorno impazza la protesta e non c’è modo di placarla. La situazione è precipitata quando alcuni giorni fa un poliziotto ha sparato e ucciso un ragazzo di quindici anni che si trovava in piazza per protestare contro la riforma scolastica. Così il 15 dicembre, dieci giorni dopo l’ inizio della protesta, gli studenti greci si sono riuniti fuori dai quartieri generali della polizia e hanno attaccato i poliziotti coprendoli di farina, cosa a dir poco ridicola ma molto significativa.
Credo sia assurdo che una protesta contro una riforma scolastica possa sfociare nell’ assassinio di un quindicenne e nel caos generale. In questo periodo anche l’ Italia ha dovuto fronteggiare proteste e scioperi di questo genere, pensiamo per esempio agli studenti scesi nelle più importanti piazze italiane a protestare contro la riforma Gelmini, ma non è accaduto niente di esageratamente incontenibile. La responsabilità ovviamente non può essere solamente delle forze dell’ ordine che non sono in grado di ridimensionare la situazione, ma sicuramente va anche attribuita agli studenti che hanno scelto il modo sbagliato per far sentire la propria voce e per far riconoscere i propri diritti. Non penso che la situazione sia del tutto irrisolvibile ma è necessario che da entrambe le parti ci sia la disponibilità a uno scontro di tipo diplomatico, rispettando le autorità ma anche i diritti degli studenti.

Claudia

Fonti: http://www.informazione.it/a/38fb4c0d-be1a-42ff-a2c4-09ea0a0cefea/80ac09e0-19f5-42d9-b359-abeff9711427/Grecia-Studenti-lanciano-farina-contro-poliziotti-ad-Atene?v

http://www.polisblog.it/post/3071/le-analogie-tra-piazza-alimonda-e-gli-scontri-in-grecia-andreas-grigoropoulos-e-il-nuovo-carlo-giuliani

martedì 9 dicembre 2008

Mondo Tecnologico

Siamo completamente inavasi dalla tecnologia: ognuno di noi ha un cellulare o un computer o magari entrambi con cui può scattare foto, inviare messaggi e e-mails, navigare internet, aprire un blog personale ed avere tante altre possibilità che attualmente magari possono sembrarci scontate ma che fino a qualche anno fa non lo erano per niente. Non mi sto riferendo solamente a chi usa particolari strumenti tecnologici per lavoro o a chi considera il computer una passione perchè ormai la tecnologia del terzo millennio ha invaso proprio tutti.
La ricerca di Save the Children-Cremit "ragazzi connessi", dell' università Cattolica del Sacro Cuore,ha dimostrato infatti che internet e cellulari sono parte integrante della vita quotidiana dei ragazzi italiani tra gli 11 e i 14 anni. Il 95 per cento di loro ha un telefonino con cui soprattutto invia sms, gioca e scambia foto e l'86 per cento naviga sul web. La ricerca ha anche sottolineato il fatto che la maggior parte dei ragazzi sa perfettamente quali sono i rischi in cui è possibile incorrere utilizzando internet senza la supervisione di un genitore o di un adulto, ma che nonostante questo continua a farne uso perchè ormai non si è più capaci di farne a meno.
Mi trovo in difficoltà nel decidere se tutta questa tecnologia sia un aspetto positivo o negativo della vita di ognuno di noi. Sicuramente i vantaggi sono tantissimi ed evidenti ma l' idea che un bambino di 11 anni possa navigare in internet quando e quanto vuole mi spaventa un po'. Secondo me internet è utile per chi sa come usarlo cioè per chi sa cosa è megio evitare, cosa è meglio scegliere. Internet può diventare pericoloso nel momento in cui non si controllano le fonti da cui vengono tratte le notizie per cui queste ci appaiono sempre e comunque vere, oppure quando si comincia a "conversare" on-line con uno sconosciuto... Ma d' altro canto la tecnologia e internet sono parte fondamentale della nostra società.
Non lo so, non so schierarmi, ma magari non è necessario farlo. La questione è come usare tutta questa tecnologia!

-Claudia-
Fonte: http://www.affaritaliani.it/mediatech/teen-internet091208.html

venerdì 5 dicembre 2008

-Colera in Zimbabwe-



I
n un articolo del 4 dicembre presentato nel sito internet del quotidiano “La Repubblica” ci vengono fornite alcune informazioni a proposito dell’ epidemia di colera che sta dilagando in Zimbabwe, il quale dichiara lo stato di emergenza nazionale e afferma di non essere più in grado di contenere la situazione. Infatti manca l’ acqua potabile in molte regioni del paese, soprattutto nella capitale Harare, e il problema maggiore è che mancano i soldi per acquistare le sostanze chimiche indispensabili a filtrare le condotte, molte delle quali sono inquinate. E’ soprattutto necessario il solfato di alluminio che viene fornito dal Sudafrica ma le industrie di Johannesburg da qualche giorno si rifiutano di fornirne dell’ altro allo Zimbabwe se prima questo non avrà pagato almeno una parte di tutti i debiti che ha precedentemente accumulato.
La situazione è talmente complicata e difficile che il governo di Harare si è visto costretto a chiedere aiuto all’ ONU, il quale ha agito subito esortando l’ Unicef a distribuire dell’ acqua con camion cisterne.
Come conseguenza del fatto che attualmente i fondi nel paese sono davvero limitati, soprattutto quelli destinati agli ospedali, gli infermieri e i dottori non percepiscono lo stipendio per cui gli ospedali non sono funzionanti da più di due mesi. Praticamente si agisce su iniziativa volontaria ed è solo grazie ai medici e agli infermieri che prendono sul serio il proprio lavoro se alcuni malati di colera ricevono le giuste cure. Il problema è che sono davvero pochi.
Per questi due motivi, cioè che mancano fondi e che manca personale negli ospedali, l’ Onu ha dichiarato di non poter fare gran che in questa situazione. Personalmente credo che il resto del mondo non dovrebbe restare indifferente a tutto questo perché c’è il rischio, così come ha affermato un dirigente Onu di Harare, che il paese collassi e che venga messo in quarantena.

-Claudia-
Fonte:
http://www.repubblica.it/2008/12/sezioni/esteri/zimbabwe/zimbabwe-colera/zimbabwe-colera.html