venerdì 28 novembre 2008

"Non esiste chi picchia per amore"


Martedì 25 novembre si è tenuta la Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne, giorno in cui si è discusso di questo grave problema che purtroppo interessa moltissime donne italiane. Ciò che è emerso è la maggior parte delle violenze vengono commesse non da uno sconosciuto ma da un volto conosciuto tra le mura domestiche e che non vengono denunciate per paura e soprattutto perchè a volte la denuncia non serve a nulla.

A questo proposito Il Corriere della Sera di Milano ha affermato che in Lombardia i maltrattamenti coinvolgono il 40% delle donne tra i 16 e i 60 anni e che in questo fascia d' età, quattro su dieci, hanno subito una violenza, fisica, psicologica o sessuale. Ma appena il 3% ha denunciato il partner.

Viene anche sostenuto che nel 2007 sono state uccise 122 donne e che la violenza è la prima causa di morte, più del cancro o degli incidenti sociali.

E' assurdo pensare che nel xxI° secolo in un Paese abbastanza all' avanguardia, come lo è il nostro, possano accadere ancora queste cose; è ridicolo che una donna abbia il terrore di uscire di casa per paura di essere aggredita o che venga violentata dal proprio compagno o marito e non possa sporgere denuncia per paura. Sono tutte cose che all' apparenza sembrerebbero irreali ma i dati e le inchieste ci dimostrano che è la realtà.

Picchiare le donne perchè sono donne, perchè sembrano più deboli e indifese, perchè tanto poi difenderanno il loro aguzzino perchè hanno paura, è un atto criminale e i colpevoli dovrebbero essere puniti.

Il nostro Paese non fa assolutamente abbastanza: non applica leggi che in realtà esistono, lascia che le poche denunce che vengono sporte cadano nel nulla e soprattutto non protegge le donne, da niente e nessuno.

Secondo me un modo per risolvere il problema, almeno in parte, potrebbe essere quello di fare in modo che in ogni città venga istituito un centro antiviolenza che assista le donne che hanno il coraggio di chiedere aiuto oppure anche che lo stato riconosca lo stalking, fenomeno di cui sente parlare sempre di più, come reato e che inizi a prendere seri provvedimenti contro i molestatori.

Insomma, non mi sembra di chedere chissà cosa...

_Claudia_


martedì 18 novembre 2008

Allarme rosso per i bimbi italiani...

“Dal nono Rapporto Nazionale sulla Condizione dell'Infanzia e dell'Adolescenza, presentato stamane dall'Eurispes e dall'associazione Telefono Azzurro, emergono molti motivi di allarme. A cominciare dalla povertà infantile, molti più diffusa in Italia che negli altri Paesi europei: mentre in Europa è povero un bambino su cinque, in Italia è a rischio uno su quattro. Poi c'è il bullismo, sempre più minaccioso. E per gli adolescenti è allarme alcolismo.”

Fonte:
http://www.repubblica.it/2008/11/sezioni/cronaca/eurispes-infanzia/eurispes-infanzia/eurispes-infanzia.html


Ciò che deriva dal nuovo Rapporto Nazionale sulla Condizione dell’ Infanzia e dell’ Adolescenza è che per i bambini italiani è allarme rosso.
Uno dei maggiori problemi che li riguarda è quello della povertà che in Italia colpisce sempre più famiglie anche appartenenti al ceto medio per cui i genitori non possono più garantire ai propri figli un’ attività sportiva pomeridiana o, per esempio, le gite scolastiche. Secondo l'Eurispes, infatti, l' "Italia è tra i Paesi Ue in cui è più alta la percentuale di bambini che vivono in condizioni di precarietà (25%)".
Quello riguardante il bullismo è sicuramente un altro dei problemi da non sottovalutare poiché secondo il rapporto un bambino su quattro ne è vittima, soprattutto per quanto riguarda i bambini maschi.
Di seguito poi il rapporto nazionale spiega che le paure più diffuse tra i bambini sono quelle di venire rapito, essere avvicinato da uno sconosciuto o di essere coinvolto in un attacco terroristico.
Ciò che allontana i bambini dall’ innocente mondo dell’ infanzia sono inoltre i videogiochi violenti, alcune volte l’alcolismo dato che a seguito di alcune ricerche è stato stimato che alcuni cominciano a bere alcol a 11 o a 13 anni e il fatto che ormai a 6 anni un bambino possiede già un telefono cellulare.

Dal momento che i bambini italiani sono il futuro del nostro Paese, urge trovare una soluzione. Secondo me la più ovvia e la più efficace è quella di fare in modo che i genitori prendano atto del fatto che sia necessario rivedere l’ educazione dei propri figli così da poter migliorare la soluzione. I bambini di oggi sono abituati sempre più ai cambiamenti: a scuola incontrano compagni stranieri, usano internet come unica fonte di informazione o passano giornate intere a giocare con la playstation. Il problema è che i genitori non sono altrettanto svelti ad adeguarsi al cambiamento.
Gli adulti dovrebbero essere una sorta di guida per i più giovani e quindi lasciare che un bambino trovi le risposte alle proprie domande su internet anziché chiedere ai genitori, non mi sembra una scelta molto intelligente
.

-Claudia-

mercoledì 12 novembre 2008

ancora eutanasia: Eluana Englaro


In un sito del quotidiano “ il sole 24 ore” ho trovato un articolo riguardo al caso di eutanasia che ha totalmente investito, almeno in questi giorni, Eluana Englaro (nella foto) e la sua famiglia. Il giornalista, dopo aver spiegato che Eluana è in coma vegetativo da circa 17 anni a causa di un incidente d’ auto, ha scritto che il padre già parecchi anni fa aveva chiesto inutilmente la possibilità di “staccare la spina” e quindi di porre fine alle sofferenze di sua figlia.
In questi giorni il dibattito riguardo questa possibilità è stato riaperto.
Il Vaticano, per voce del cardinale Barragan, presidente del pontificio consiglio per la salute, sostiene che interrompere le cure di Eluana sarebbe una mostruosità e un assassinio; i genitori delle ragazza e i suoi avvocati invece credono che sia giunta l’ ora di porre fine a questa storia per evitare ulteriori sofferenze dal momento che il coma è irreversibile.
L’ ultima parola spetta comunque alla Cassazione che entro una settimana dovrà decidere con quale parte schierarsi.

Quello dell’ eutanasia è sempre stato un tema molto discusso perché credo sia molto difficile decidere da che parte schierarsi. Secondo me è necessario prendere in considerazione tutti i pro e i contro perché ogni affermazione che viene rilasciata riguardo all’ eutanasia dice qualcosa di vero e credo anche che per poter averne un’ opinione certa sia necessario trovarsi nella situazione della famiglia di Eluana perché l’ opinione di chi non ne è coinvolto in prima persona è solo di natura teorica e non rispecchia sempre la realtà.
Per quanto quindi possa essere realistica la mia opinione, posso affermare di essere favorevole all’ eutanasia solo nel caso in cui il paziente abbia espresso questa possibilità, prima di entrare in uno stato di coma, nel testamento biologico.
Infatti penso che ognuno di noi debba avere il diritto di poter decidere se e quando porre fine alla propria vita, ovviamente nei limiti del possibile. Vivere attaccati ad una macchina non è vivere, perlomeno non nel vero senso della parola.

-Claudia-


mercoledì 5 novembre 2008

-Chissà cosa ne pensa il mondo-

Mercoledì 5 novembre 2008. Data che passerà alla storia perchè giorno in cui è stato eletto il quarantaquattresimo presidente degli Stati Uniti d' America: Barack Obama.
Stamattina, quando ho ricevuto la notizia, la prima cosa a cui ho pensato è stata: "Chissà cosa ne pensa il resto del mondo?!"
Così appena ho potuto ho fatto una breve ricerca, anche perchè ormai ero troppo curiosa, e ho trovato un articolo sul blog della rivista "Panorama" che sembra essere stato scritto apposta per rispondere alla mia domanda:

Obama, le reazioni del mondo alla vittoria
antonio.carnevale
Mercoledì 5 Novembre 2008

Grande attenzione, speranza e apprezzamento. E in qualche caso estrema cautela. Sono di questo tenore i messaggi che il neopresidente Barack Obama ha ricevuto da tutto il pianeta, a cominciare da quando il risultato della sua vittoria non era nemmeno ufficiale.Clima di generale soddisfazione in tutto il Vecchio Continente. L’Europa ha fatto sentire la sua voce con un messaggio di congratulazioni del presidente della Commissione, Josè Manuel Barroso. Per Nicolas Sarkozy “L’elezione di Barack Obama solleva in Francia, in Europa e nel mondo un’immensa speranza: quella di un’America aperta, solidale e forte che mostrerà di nuovo la via, con i suoi partner, attraverso la forza dell’esempio e l’adesione ai suoi principi”. E rivolgendosi direttamente a Obama ha concluso: “Lei potrà contare sulla Francia e sul mio sostegno personale”.Apprezzamenti per Obama anche dal resto del continente. Il primo ministro britannico, Gordon Brown, ne ha salutato i “valori progressisti” e la “visione per il futuro”. La cancelliera tedesca, Angela Merkel, ha assicurato a Obama una “collaborazione piena di fiducia” da parte della Germania. Plauso anche dal premier spagnolo, Luis Rodriguez Zapatero, che commenta: “La vittoria di Obama rende evidente la volontà di cambiamento degli americani”.Intenti di collaborazione anche dalla Cina. Il presidente Hu Jintao ha auspicato che si possa raggiungere un nuovo livello di intesa tra Cina e Usa: “Hanno vasti interessi comuni” ha detto “e condividono la responsabilità di una serie di importanti questioni che riguardano il benessere e la felicità dell’umanità”.Se il premier giapponese, Taro Aso, e il presidente sudcoreano, Lee Myung-bak, mandano messaggi di grande soddisfazione, qualche sfumatura in più compare nelle reazioni dal Medio oriente e dalla Russia. Il premier israeliano uscente, Ehud Olmert, ha ribadito che Israele e Usa hanno la stessa volontà di continuare a rafforzare i loro rapporti per portare avanti la pace e la stabilità nell’area mediorientale. E il presidente dell’Autorità palestinese, Abu Mazen, ha invitato Obama a impegnarsi subito per risolvere il conflitto con Israele. Mubarak, il presidente egiziano, ha mandato al neopresidente un messaggio di congratulazioni per la vittoria elettorale ma anche ricco di attese per un “contributo costruttivo per risolvere il problema palestinese, per la realizzazione di una pace giusta e globale, che è la condizione più importante per la sicurezza e la stabilità in Medio Oriente”. Estrema cautela invece da parte del movimento sciita libanese Hezbollah, che fa sapere: “Obama dovrebbe dimostrarsi più assennato di George Bush, ma aspettiamo che dichiari le sue intenzioni e che si metta all’opera”. L’ufficio politico di Hezbollah e responsabile delle relazioni estere del Partito di Dio ha diffuso una nota in cui specifica: “Noi siamo predisposti all’ottimismo, ma sono gli americani che ora ci devono consentire di essere ottimisti, perché fino ad oggi gli Stati Uniti ci hanno abituato a una politica sempre in favore di Israele. Ora stiamo a vedere”.Quanto alla Russia, l’entusiasmo per la vincita di Obama non è alle stelle. Il capo della commissione esteri del Consiglio della federazione (il senato russo) Mikhail Marghelov non si attende una svolta improvvisa nei rapporti con gli Stati Uniti: “Le relazioni con Mosca non saranno una priorità nella politica estera della nuova amministrazione, almeno nell’immediato”, ha commentato seccamente. Secondo il senatore, citato dall’agenzia Itar-tass, “si sono accumulati troppi contrasti nei rapporti fra i due paesi”. Anche il politologo Viaceslav Nikonov, le cui posizioni sono vicine al Cremlino, parla un “ottimismo moderato sul futuro dei rapporti Usa-Russia” specificando che “è comunque prematuro trarre conclusioni dall’affermazione di Obama, bisogna attendere le nomine ai posti chiave dell’amministrazione per farsi un’idea del futuro delle relazioni bilaterali”.Teheran, invece, non perde occasione per dare l’ultima stoccata a George Bush. “La vittoria di Obama è il risultato del fallimento dell’amministrazione uscente, e del presidente Bush in persona, nel campo della politica estera” ha detto il vice presidente del Parlamento, Mohammad Hassan Abutorabi-Fard. “Obama” ha aggiunto Abutorabi-Fard “può fare uso delle esperienze fallimentari e delle politiche sbagliate di Bush in Medio Oriente per cambiare la sua politica”. “Se gli Usa adottano una politica più in sintonia con la realtà del mondo” ha sottolineato ancora il vice presidente del Parlamento iraniano “possono recuperare il loro ruolo nelle future relazioni con le nazioni della regione mediorientale e con il mondo dell’Islam. E sembra che queste elezioni potranno aprire la strada per una revisione delle politiche del Paese da parte del partito democratico e dello stesso Obama”.

Fonte: http://blog.panorama.it/mondo/2008/11/05/obama-le-reazioni-del-mondo-alla-vittoria

Da quello che ho capito l' Europa si dichiara soddisfatta dell' esito delle votazioni tanto che il presidente francese Sarkozy ha affermato di essere totalmente disposto ad appoggiare Obama e di certo la Germania, la Gran Bretagna e la Spagna non sono da meno.
Di tutt' altro avviso sono i Paesi mediorientali e la Russia.
Il Medio Oriente non sa bene cosa aspettarsi dal nuovo presidente ma quello che è certo è che pretende molto di più rispetto al passato perchè non sempre l' America ha dato tutto quello che poteva dare. Infatti ci si aspetta che Obama riesca definitivamente a portare avanti la pace in favore della stabilità dell' area mediorientale e che possa essere l' artefice di quella svolta capace di risolvere questo problema che si è già protratto per troppo tempo.
La Russia invece si è dichiarata delusa perchè " le relazioni con Mosca non saranno un apriorità nella politica estera della nuova amministrazione, almeno nell' immediato".
Nonostante tutto personalmente credo che dovremmo dare al presidente Obama un po' più di fiducia perchè è inutile giudicare prima di aver capito come intende procedere all' interno del suo piano politico e anche perchè è presidente da neanche un giorno e magari, chi può dirlo, potrebbe stupire il mondo intero (in senso positivo si spera!). In effetti se Barack Obama ha vinto le elezioni con molti più voti rispetto a McCain un motivo ci sarà!

-Claudia-

lunedì 3 novembre 2008

Il/un simbolo...

Ok...dopo il "block sul blog" di stamattina, ho ritrovato quella che mi sembra l' ispirazione:

Camorra, Maroni: Saviano è un simbolo, ma non "il" simbolo
venerdì, 17 ottobre 2008 7.31

ROMA (Reuters) - Lo scrittore Roberto Saviano è un simbolo, ma non "il" simbolo della lotta alla Camorra, portata avanti ogni giorno da forze dell'ordine, istituzioni e imprese.
Lo ha dichiarato oggi il ministro dell'Interno Roberto Maroni, commentando l'annuncio dell'autore del bestseller "Gomorra" di voler lasciare l'Italia dopo la notizia di un presunto piano del clan cammoristico dei Casalesi per uccidere il giovane autore di "Gomorra".
"Saviano è un simbolo, non il simbolo della lotta alla camorra", ha detto Maroni in una conferenza stampa a Napoli.
"La lotta alla criminalità la fanno polizia, magistratura, imprenditori, che sono in prima linea ma non sono sulle prime pagine dei giornali", ha aggiunto il capo del Viminale.
Nei giorni scorsi è emersa la notizia di un piano dei Casalesi per assassinare Saviano, dal cui libro è stato tratto l'omonimo film diretto da Matteo Garrone, scelto per rappresentare l'Italia agli Oscar come miglior pellicola straniera.
Saviano, 28 anni, da due vive sotto scorta per il clamore internazionale suscitato dal suo libro, che ha portato alla luce gli intrighi criminosi dei clan camorristici in Campania.
Due giorni fa Saviano ha detto di voler lasciare l'Italia "almeno per un periodo" e di considerarsi "prigioniero" del suo libro.
Al giovane scrittore il Comune di Roma ha concesso nei giorni scorsi la cittadinanza onoraria, e un deputato del Pdl ha invitato altri comuni italiani a fare lo stesso.


Fonte: borsaitaliana.reuters.it/news/newsArticle.aspx?type=topNews&storyID=2008-10-17T183113Z_01_MIE49G0SA_RTROPTT_0_OITTP-MARONI-SAVIANO.XML


Scrive un libro su una triste ed evidente realtà italiana, come lo è purtroppo la mafia, e rischia la vita.
E' il caso dello scrittore Roberto Saviano, autore del bestseller "Gomorra", che proprio in questi giorni ha dichiarato di voler lasciare l' Italia il prima possibile dopo la notizia di un presunto piano del clan cammoristico dei Casalesi attuatato per ucciderlo.
Nonostante Saviano abbia avuto il coraggio di pubblicare un libro di questo genere, letteralmente a suo rischio e pericolo, è stato criticato dal ministro Maroni che in una conferenza stampa a Napoli ha sostenuto che questo scrittore non è IL simbolo ma UN simbolo dell' ardua lotta contro la mafia.
Maroni ha affermato infatti che "la lotta alla criminalità la fanno polizia, magistratura, imprenditori, che sono in prima linea ma non sono sulle prime pagine dei giornali", lasciando intendere che allora IL simbolo sono proprio le autorità da lui stesso menzionate.
Sinceramente credo che sia vero il fatto che gran parte del lavoro contro la mafia venga svolto dalla polizia, dalla magistratura e dagli imprenditori ma penso che l' impressione data da un libro come "Gomorra" sia molto più forte di quella data da un rapporto della polizia. Trovarsi scritto così, nero su bianco, cos'è la mafia tanto realmente che l' autore si sente costretto a rifugiarsi all' estero, ha un fortissimo impatto su tutti gli taliani proprio perchè è un libro, accessibile a tutti e già largamente diffuso.
Non so se Saviano possa essere considerato IL simbolo della lotta alla mafia ma di sicuro il suo libro da solo è stato molto molto efficace.
-Claudia (oggi, più Lion che Lamb)-