Ok...dopo il "block sul blog" di stamattina, ho ritrovato quella che mi sembra l' ispirazione:
Camorra, Maroni: Saviano è un simbolo, ma non "il" simbolo
venerdì, 17 ottobre 2008 7.31
ROMA (Reuters) - Lo scrittore Roberto Saviano è un simbolo, ma non "il" simbolo della lotta alla Camorra, portata avanti ogni giorno da forze dell'ordine, istituzioni e imprese.
Lo ha dichiarato oggi il ministro dell'Interno Roberto Maroni, commentando l'annuncio dell'autore del bestseller "Gomorra" di voler lasciare l'Italia dopo la notizia di un presunto piano del clan cammoristico dei Casalesi per uccidere il giovane autore di "Gomorra".
"Saviano è un simbolo, non il simbolo della lotta alla camorra", ha detto Maroni in una conferenza stampa a Napoli.
"La lotta alla criminalità la fanno polizia, magistratura, imprenditori, che sono in prima linea ma non sono sulle prime pagine dei giornali", ha aggiunto il capo del Viminale.
Nei giorni scorsi è emersa la notizia di un piano dei Casalesi per assassinare Saviano, dal cui libro è stato tratto l'omonimo film diretto da Matteo Garrone, scelto per rappresentare l'Italia agli Oscar come miglior pellicola straniera.
Saviano, 28 anni, da due vive sotto scorta per il clamore internazionale suscitato dal suo libro, che ha portato alla luce gli intrighi criminosi dei clan camorristici in Campania.
Due giorni fa Saviano ha detto di voler lasciare l'Italia "almeno per un periodo" e di considerarsi "prigioniero" del suo libro.
Al giovane scrittore il Comune di Roma ha concesso nei giorni scorsi la cittadinanza onoraria, e un deputato del Pdl ha invitato altri comuni italiani a fare lo stesso.
Fonte: borsaitaliana.reuters.it/news/newsArticle.aspx?type=topNews&storyID=2008-10-17T183113Z_01_MIE49G0SA_RTROPTT_0_OITTP-MARONI-SAVIANO.XML
Scrive un libro su una triste ed evidente realtà italiana, come lo è purtroppo la mafia, e rischia la vita.
E' il caso dello scrittore Roberto Saviano, autore del bestseller "Gomorra", che proprio in questi giorni ha dichiarato di voler lasciare l' Italia il prima possibile dopo la notizia di un presunto piano del clan cammoristico dei Casalesi attuatato per ucciderlo.
Nonostante Saviano abbia avuto il coraggio di pubblicare un libro di questo genere, letteralmente a suo rischio e pericolo, è stato criticato dal ministro Maroni che in una conferenza stampa a Napoli ha sostenuto che questo scrittore non è IL simbolo ma UN simbolo dell' ardua lotta contro la mafia.
Maroni ha affermato infatti che "la lotta alla criminalità la fanno polizia, magistratura, imprenditori, che sono in prima linea ma non sono sulle prime pagine dei giornali", lasciando intendere che allora IL simbolo sono proprio le autorità da lui stesso menzionate.
Sinceramente credo che sia vero il fatto che gran parte del lavoro contro la mafia venga svolto dalla polizia, dalla magistratura e dagli imprenditori ma penso che l' impressione data da un libro come "Gomorra" sia molto più forte di quella data da un rapporto della polizia. Trovarsi scritto così, nero su bianco, cos'è la mafia tanto realmente che l' autore si sente costretto a rifugiarsi all' estero, ha un fortissimo impatto su tutti gli taliani proprio perchè è un libro, accessibile a tutti e già largamente diffuso.
Non so se Saviano possa essere considerato IL simbolo della lotta alla mafia ma di sicuro il suo libro da solo è stato molto molto efficace.
Camorra, Maroni: Saviano è un simbolo, ma non "il" simbolo
venerdì, 17 ottobre 2008 7.31
ROMA (Reuters) - Lo scrittore Roberto Saviano è un simbolo, ma non "il" simbolo della lotta alla Camorra, portata avanti ogni giorno da forze dell'ordine, istituzioni e imprese.
Lo ha dichiarato oggi il ministro dell'Interno Roberto Maroni, commentando l'annuncio dell'autore del bestseller "Gomorra" di voler lasciare l'Italia dopo la notizia di un presunto piano del clan cammoristico dei Casalesi per uccidere il giovane autore di "Gomorra".
"Saviano è un simbolo, non il simbolo della lotta alla camorra", ha detto Maroni in una conferenza stampa a Napoli.
"La lotta alla criminalità la fanno polizia, magistratura, imprenditori, che sono in prima linea ma non sono sulle prime pagine dei giornali", ha aggiunto il capo del Viminale.
Nei giorni scorsi è emersa la notizia di un piano dei Casalesi per assassinare Saviano, dal cui libro è stato tratto l'omonimo film diretto da Matteo Garrone, scelto per rappresentare l'Italia agli Oscar come miglior pellicola straniera.
Saviano, 28 anni, da due vive sotto scorta per il clamore internazionale suscitato dal suo libro, che ha portato alla luce gli intrighi criminosi dei clan camorristici in Campania.
Due giorni fa Saviano ha detto di voler lasciare l'Italia "almeno per un periodo" e di considerarsi "prigioniero" del suo libro.
Al giovane scrittore il Comune di Roma ha concesso nei giorni scorsi la cittadinanza onoraria, e un deputato del Pdl ha invitato altri comuni italiani a fare lo stesso.
Fonte: borsaitaliana.reuters.it/news/newsArticle.aspx?type=topNews&storyID=2008-10-17T183113Z_01_MIE49G0SA_RTROPTT_0_OITTP-MARONI-SAVIANO.XML
Scrive un libro su una triste ed evidente realtà italiana, come lo è purtroppo la mafia, e rischia la vita.
E' il caso dello scrittore Roberto Saviano, autore del bestseller "Gomorra", che proprio in questi giorni ha dichiarato di voler lasciare l' Italia il prima possibile dopo la notizia di un presunto piano del clan cammoristico dei Casalesi attuatato per ucciderlo.
Nonostante Saviano abbia avuto il coraggio di pubblicare un libro di questo genere, letteralmente a suo rischio e pericolo, è stato criticato dal ministro Maroni che in una conferenza stampa a Napoli ha sostenuto che questo scrittore non è IL simbolo ma UN simbolo dell' ardua lotta contro la mafia.
Maroni ha affermato infatti che "la lotta alla criminalità la fanno polizia, magistratura, imprenditori, che sono in prima linea ma non sono sulle prime pagine dei giornali", lasciando intendere che allora IL simbolo sono proprio le autorità da lui stesso menzionate.
Sinceramente credo che sia vero il fatto che gran parte del lavoro contro la mafia venga svolto dalla polizia, dalla magistratura e dagli imprenditori ma penso che l' impressione data da un libro come "Gomorra" sia molto più forte di quella data da un rapporto della polizia. Trovarsi scritto così, nero su bianco, cos'è la mafia tanto realmente che l' autore si sente costretto a rifugiarsi all' estero, ha un fortissimo impatto su tutti gli taliani proprio perchè è un libro, accessibile a tutti e già largamente diffuso.
Non so se Saviano possa essere considerato IL simbolo della lotta alla mafia ma di sicuro il suo libro da solo è stato molto molto efficace.
-Claudia (oggi, più Lion che Lamb)-
1 commento:
Ed è incredibile come in un paese che viene definito civile e democratico ci sono persone che rischiano la propria vita solamente perché trovano il coraggio di denunciare la corruzione, i difetti della società che molto spesso vengono taciuti per motivi ancora ignoti, o non troppo. E mi viene in mente la canzone con la quale Fabrizio Moro ha partecipato al festival di San Remo del 2007 “Pensa”, diventando centro di discussione, modello da emulare per il coraggio di porre l’attenzione dei media su“il più corrotto dei sistemi troppo spesso ignorato” (come lui stesso lo definisce).
Eppure, è strano sentire di questi esempi sporadici di persone che denunciano la mafia attraverso i mezzi che dispongono, uscendo da questa omertà che sembra appartenere ai politici.
Non sto dicendo che la polizia non fa il suo dovere per fronteggiare questo grossissimo problema, dico solamente che se un libro o una canzone riescono a creare così tanto scandalo, così tanto “movimento” da dover abbandonare il Paese per paura di perdere la propria vita, evidentemente l’argomento è fin troppo taciuto dai nostri mezzi di informazione.
Il fatto di riconoscere l’esistenza di un problema non fa sì che il problema si risolvi in modo autonomo, c’è bisogno di risolverlo con ogni mezzo e ogni modo.
Concordo con il ministro Maroni quando afferma che Saviano non è IL simbolo,ma UN simbolo di questa lotta alla mafia, ma per ragioni diverse: penso a quegli imprenditori che hanno combattuto in prima linea dopo aver denunciato questa corruzione, imprenditori che non hanno ricevuto sostegno dallo Stato né da nessun’altra istituzione che dovrebbe garantire protezione, uomini comuni che hanno avuto il coraggio di alzare la testa e di ribellarsi, perdendo il lavoro, gli affetti e i cari.
“Ci sono stati uomini che hanno continuato
Nonostante intorno fosse tutto bruciato”
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